Ciò che io vedo, ciò che Dio vede.

Cosa ti spaventa di più?

Cos’è che ti fa battere forte il cuore, fino a farti mancare il respiro?

Come stai affrontando la tua difficoltà?

Queste sono solo alcune delle domande che dovremmo porci ogniqualvolta siamo in una situazione di difficoltà.

Dio non vede ciò che noi vediamo. Il Suo punto di vista è diverso dal nostro, la Sua posizione è diversa, il Suo pensiero è diverso, la Sua intenzione è diversa.

Ascolta il brano biblico in mp3 o leggilo in 2° Cronache 20

Giosafat ebbe paura, così come lo leggiamo nel 3° verso del nostro testo biblico.

Vennero dei messaggeri a informare Giosafat, dicendo: «Una gran moltitudine avanza contro di te dall’altra parte del mare, dalla Siria, ed è giunta ad Asason-Tamar, cioè En-Ghedi». Giosafat ebbe paura, si dispose a cercare il SIGNORE, e bandì un digiuno per tutto Giuda. Giuda si radunò per implorare aiuto dal SIGNORE, e da tutte quante le città di Giuda venivano gli abitanti a cercare il SIGNORE. (2° Cronache 20:2-4)

La paura è un sentimento naturale, incontrollabile, primordiale, coloro che dicono di non avere mai paura di niente, in realtà mentono a se stessi, perché la paura non si può evitare, ma la si può controllare. Si può controllare la reazione che abbiamo ad essa, il modo con la quale la affrontiamo. Dire di avere paura non significa essere deboli, ma è solo affrontando nel modo giusto le nostre paure che dimostriamo il nostro carattere forte e le vinciamo definitivamente.

È il caso di dire, che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, oppure che è più facile a dirsi che a farsi, o aggiungete voi qualche altra frase fatta che rispecchi questa condizione.

Perché diciamoci la verità, quante volte davanti a una “gran moltitudine”, così come Giosafat si è trovato, o davanti ad un problema insormontabile, o ad una difficoltà, abbiamo paura e smettiamo di guardare Dio e quello che può fare nella nostra vita, semplicemente perché siamo distratti dalla stessa condizione in cui ci troviamo.

Siamo sempre propensi a guardare più al problema che alla soluzione, siamo ormai abituati ad affrontare le difficoltà avendo unicamente gli occhi fissi su di esse, lamentandoci del continuo di ciò che avremmo potuto fare o di ciò che potremmo fare, dimenticando che la soluzione è proprio davanti a noi, cioè il nostro Dio e ciò che Egli può fare, ovvero ogni cosa.

Spesso non realizziamo ciò che Dio può fare nella nostra vita perché abbiamo semplicemente dimenticato o ignorato chi Egli è nella nostra vita. Perché tutto dipende dal valore che tu dai a Dio nella tua vita, tutto dipende dal posto che tu gli concedi nel tuo cuore e dall’importanza che dai alla Sua presenza nel tuo quotidiano.

La mia domanda è: perché, se avendo la possibilità di risolvere ogni problema con il Suo aiuto, ci ostiniamo a tenerlo fuori dalla nostra vita?

Beh, se Giosafat pote’ dire che, nonostante tutto, “gli occhi nostri sono su di Te” (Dio), un motivo ci sarà stato, allora perché non continuare a farlo ancora oggi?

Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!» (2° Cronache 20:12)

La loro condizione non era cambiata, la gran moltitudine era ancora lì pronta ad attaccare e distruggere, ma era cambiato il loro modo di affrontare la cosa.

Non più con i loro occhi, ma con quelli di Dio.

Perché ciò che io vedo, di certo non è ciò che Dio vede.

Ma a questo punto, dobbiamo dire però, che prima di questa nuova visione delle cose, Giosafat si fermò e considerò, prima di tutto chi era Dio per lui.

Giosafat, stando in piedi in mezzo all’assemblea di Giuda e di Gerusalemme, nella casa del SIGNORE, davanti al cortile nuovo, disse: «SIGNORE, Dio dei nostri padri, non sei tu Dio dei cieli? Non sei tu che domini su tutti i regni delle nazioni? Non hai tu nelle tue mani la forza e la potenza, in modo che nessuno può resistere contro di te?( 2° Cronache 20:5-6)

Come condottiero aveva il dovere di motivare il suo popolo a non arrendersi e combattere per la loro vita, ma sapeva anche che bisognava “demotivare” la paura che stava dilagando sicuramente tra le fila dei suoi soldati. Riconoscere ciò che Dio era per il suo popolo e quello che aveva già fatto e che poteva ancora fare, fu la soluzione a portata di mano per uscire fuori da quella crisi in corso.

Se continui a guardare al problema solo con il tuo punto di vista, che per carità sarà sicuramente legittimo, non riuscirai mai a vedere che insieme a te, nella difficoltà, c’è qualcuno che potrebbe aiutarti a risolvere.

Dio è più presente di quanto immagini nella tua vita, il problema è che troppo spesso lo tieni fuori dalle tue battaglie, provando ad andare avanti da solo. Continui ad ignorarLo pensando che tutto sommato Lui non esista, accettando passivamente di dover vivere le tue paure da solo, ormai sconfitto da esse.

Mi dispiace ma non è così.

Stai mentendo a te stesso.

Prova a fare come Giosafat, prova ad aver sì paura, ma poi a disporti per cercare il Signore, a renderLo partecipe della tua situazione, a vedere quella situazione non solo con i tuoi occhi impauriti, ma con quelli “risolutori” di Dio.

Ciò che tu vedi in realtà non è ciò che Lui vede, tu hai davanti a te una sconfitta sicura, magari con onore, ma pur sempre una sconfitta, mentre Lui ha davanti a Sé la tua liberazione, la tua vittoria.

Perdonami, ma a questo punto io opterei per chiamarLo in causa, farei proprio come Giosafat, il quale riconobbe di non avere affatto le forze per affrontare quella gran moltitudine, ma che si sarebbe fidato di Dio e avrebbe continuato a tenere gli occhi fissi su di Lui, sulla soluzione certa, sulla vittoria sicura.

Affidati a Dio nelle tue paure, nelle tue difficoltà e nelle tue battaglie. Lui sa cosa fare, Lui sa come condurti fuori, vittorioso, cambiato, proprio come fece con Giosafat che con il suo popolo, si presentò alla battaglia sapendo che il loro Dio avrebbe combattuto per loro e ricorda che:

Ciò che tu vedi non è ciò che Dio vede.

Dio ti benedica.

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