Riflettevo, leggendo alcuni passi della Bibbia, su quanto sia importante dare buona testimonianza di noi stessi e delle opere che il Signore fa nella nostra vita, quali guarigioni, prosperità, felicità, serenità, amore. Questi sono valori vivi in un cristiano indipendentemente dalla denominazione o dalla professione di fede.
Chi accoglie Gesù Cristo come salvatore e redentore della propria condizione di peccato, si renderà presto conto che la vita assume un sapore più dolce, nonostante le innumerevoli difficoltà che dovrà quotidianamente affrontare.
La prima azione che possiamo compiere come testimoni di Gesù, ancora prima di aprire la nostra Bibbia e leggere versetti di un testo, scelto magari a caso, è aiutare le persone che ne hanno più bisogno, conoscenti o meno, il famoso PROSSIMO.
Il nostro prossimo non è una persona specifica, ma semplicemente il bisognoso che abbiamo di fronte.
Gesù spesso ci insegna la disponibilità. Egli non si è mai tirato indietro alle richieste che gli venivano poste, le persone andavano da Lui con un problema e Lui le aiutava. Questo è uno dei messaggi principali, dal mio punto di vista, ed è uno dei tanti modi in cui possiamo dare testimonianza di chi, cosa sia e sarà Cristo nella e per la nostra vita.
Prendiamo in esame Marco 1: 40-45, oltre a dare testimonianza di Gesù, agendo nella vita delle altre persone aiutandole, ci viene dato un altro insegnamento, quello della buona testimonianza.
40 Allora venne a lui un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!». 41 Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!». 42 Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. 43 E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: 44 «Guarda di non dir niente a nessuno, ma va’, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro». 45 Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. (Marco 1:40-45)
Possiamo affermare decisamente che il Signore guarisce e libera, ed a questo punto però, nelle nostre mani abbiamo una grande responsabilità.
Quando il padre, tramite il Figlio, per mezzo dello Spirito Santo agisce in noi, diventiamo testimonianza delle Sue azioni e proprio questo tesoro, così inestimabile e prezioso, va custodito e protetto.
Per mia esperienza personale il Signore mi ha liberato da una condizione di peccato che stava lentamente distruggendo la mia famiglia, questo mi ha portato ad una conversione molto profonda.
Inizialmente, questa guarigione spirituale è stata nascosta nel mio intimo, troppa era l’incredulità di quel repentino cambiamento e la gratitudine immensa per quella nuova esistenza. La consapevolezza che avevo di essa mi riempiva la vita di gioia.
L’immaturità e la poca conoscenza mi fece commettere però diversi passi falsi per cui, quella che sarebbe dovuta essere una esperienza di edificazione per me e per coloro che vivevano la mia stessa condizione, si trasformò in una propaganda che non aveva uno scopo ben preciso, era fine a se stessa.
Soltanto dopo tanta preghiera, ho potuto rendermi conto dei vari errori e riconoscere finalmente una cosa fondamentale: il rispetto delle autorità.
Abbiamo letto nel verso 43 che, Gesù congedò quell’uomo subito dopo averlo ammonito severamente.
Il Signore ci chiede di rispettare le Sue volontà, i suoi tempi, il suo modo di agire. Il lebbroso avrebbe dovuto rispettare il comando di Gesù, rispettare quella che era la legge del popolo ebreo, ovvero far constatare l’effettiva guarigione da parte del sacerdote, per poi offrire ciò che era previsto in olocausto per ringraziare Dio della avvenuta purificazione.
Invece no, siamo disubbidienti, ci facciamo prendere dalla smania di farci vedere, di dimostrare, di farci ammirare:
GUARDATEMI TUTTI, SONO GUARITO!
Abbiamo ancora dello spazio da dedicare a Dio?
Per essere sinceramente grati a Lui per la nostra vita e per la nostra rinnovata esistenza?
Non sto parlando di parole vuote nel vento, di un AMEN urlato con convinzione. Sto parlando di gratitudine, intimità, sottomissione, rispetto, riverenza.
Se fino a ieri il mio biglietto da visita era “sono un liberato da quella condizione”, oggi voglio presentarmi come “un Figlio di Dio che dà buona testimonianza e che è testimone di Gesù Cristo.
Il più delle volte non ce ne rendiamo neanche conto, ignorando le responsabilità e le conseguenze di ciò che facciamo. Per cui voglio invitarti a prendere la preghiera molto seriamente, è solo in questo modo che il Signore risponderà ai tuoi dubbi e alle tue incertezze.
Riceverai rivelazioni e se non avrai nessuna risposta nell’immediato guardati allo specchio.
Il Signore ti ha già liberato e a tempo debito si servirà ancora di te!
A questo punto potresti porti questa domanda:
Se camminando da solo arriverai al cuore di 1000 persone, con l’aiuto di Dio quante persone potresti raggiungere?
la grazia del Signore ha illuminato la mia vita liberandomi da una condizione di peccato che stava rovinando la mia vita personale e matrimoniale.
Gesù è stata la mia pietra di inciampo che è diventata pietra miliare.
vivo a Bergamo, frequento l’ADULLAM CHURCH di Seriate e mi auguro che l’esperienza che sto vivendo con lo Spirito di Dio possa toccare i vostri cuori e convertirli per accettare colui che è l’unica via, la verità è la vita.