L’opera del Signore è in un continuo processo evolutivo, non si ferma mai. Ogni volta che crediamo di aver raggiunto un obbiettivo ci rendiamo conto che davanti a noi ce n’è un altro. Più grande, più piccolo, questo poco importa, l’importante è che in evidenza abbiamo la consapevolezza di dover fare ancora tante cose: modificare il nostro carattere, i nostri atteggiamenti, correggere i nostri errori più banali, non solo per un senso civico e di educazione, ma semplicemente perché è giusto.
A chi di noi non è mai capitato di prendere un pacco di pasta al supermercato, per poi renderci conto che in realtà non ci serve e invece che riportarli al suo posto, lo lasciamo ad un paio di corsie più avanti, magari nel cestello dei deodoranti in offerta.
Oppure quante volte non abbiamo rallentato allo scattare del semaforo giallo, la precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali. Ad un semplice buongiorno non detto o ad una imprecazione stretta nei denti.
Come CRISTIANI credo sia importante capire che non arriverà mai il giorno in cui potremmo dire OK, SONO APPOSTO.
Se proviamo a riflettere su quella che è stata la vita di Gesù, ci rendiamo conto che sono poche le volte in cui si è fermato a riposare, ogni volta che compiva un miracolo o una guarigione, ce n’era sempre un’altra da fare, un bisognoso da raggiungere, un insegnamento da dare.
Se noi, come suoi figli, non impariamo a coltivare questo terreno che è la nostra mente, insieme al nostro corpo e alla nostra anima, in maniera costante, ci ritroveremo prima o poi, a dover affrontare quell’atteggiamento religioso, che ci impedirà di progredire nel portare avanti la missione che Dio ci ha affidato.
Ed è proprio in quello stato di stasi, autoindotto, che ci perdiamo il più delle volte, per un determinato evento che ci ha condizionato. Pensiamo probabilmente a quanto possa essere faticoso affrontare dei litigi familiari, delusioni sentimentali per poi arrivare ad un lutto o una malattia.
Quando generalmente ci troviamo faccia a faccia con il dolore, dentro di noi esplodono emozioni differenti, come la rabbia, la paura, il senso di colpa, ed è proprio lì che la nostra fede viene messa alla prova, non per capriccio o perché qualcuno si diverte a vederci soffrire.
Io non conosco i piani di Dio, non so neanche cosa il domani avrà in riservo per me.
Gesù dice AD OGNI GIORNO IL SUO AFFANNO, non posso quindi sapere il motivo per il quale tu oggi stai soffrendo, del perché dentro di te senti il peso di quella oscurità che ti divora. L’unica cosa di cui ho la certezza è che il Signore Gesù Cristo ha già pagato non solo per i tuoi peccati, ma anche per le tue sofferenze. Ti invito quindi a prestare orecchio alle Sue parole, afferrare quella mano che ti viene posta davanti e lasciarti tirar su.
Nel vangelo di Marco sta scritto:
EGLI LE PRESE LA MANO E LA FECE ALZARE, LA FEBBRE LA LASCIO’. (Marco 1:31)
Il versetto poi continua con la parte più importante, E SI MISE A SERVIRLI. Questo sta ad indicare una azione dinamica.
Affidati a Cristo, lascia cadere quel peso e impegnati a servirlo in maniera più forte, più decisiva, più incisiva.
Sii tu il segno del Suo passaggio, testimonianza vivente del suo miracolo e della Sua presenza.
CAMBIA, VIVI, GIOISCI
Sei un bellissimo figlio di Dio. Amen
la grazia del Signore ha illuminato la mia vita liberandomi da una condizione di peccato che stava rovinando la mia vita personale e matrimoniale.
Gesù è stata la mia pietra di inciampo che è diventata pietra miliare.
vivo a Bergamo, frequento l’ADULLAM CHURCH di Seriate e mi auguro che l’esperienza che sto vivendo con lo Spirito di Dio possa toccare i vostri cuori e convertirli per accettare colui che è l’unica via, la verità è la vita.