
Mi chiamo Lilian, sono brasiliana, ma vivo in Italia da tanto tempo. Vorrei raccontarti di come Gesù mi ha ritrovata.
Parlare di sé significa fare un viaggio dentro il proprio inconscio e ritrovare delle cose che magari avevi lasciato nascoste lì, sotto un tappeto, dove nessuno avrebbe mai potuto vederle. Cose che magari vorremmo, o avremmo voluto togliere dalla nostra vita, ma che facendone parte di essa, preferiamo tenerle lì, ben nascoste sotto quel tappeto. Ma, personalmente, io nella mia vita posso soltanto ringraziare il Signore perché in effetti, mi ha parlato fin da piccola, avendo avuto l’opportunità di crescere in una Famiglia Cristiana, di credenti, anche molto attivi, in quanto, il mio papà, essendo un missionario, ci ha sempre presentato la Parola di Dio e la portava anche dove ancora non c’erano delle chiese.
Questo mio vivere all’ombra della Parola di Dio e di mio padre, ha fatto sì che all’età di 16 anni il Signore mi ha salvata ed è entrato nel mio cuore. Lo ricordo ancora come se fosse ieri, ero in un campeggio estivo delle nostre chiese. In quello stesso giorno ho dato la mia vita a Gesù ed ho fatto pure il battesimo in acqua.
È stata la cosa più bella che mi fosse mai successa.
Sono rimasta fedele al Signore e a quella promessa per tanti anni, praticando la parola, lavorando con i bambini, che è sempre stata la mia più grande passione e facendo tante cose, mentre partecipavo attivamente a tutte le attività della mia chiesa.
Quando ho iniziato ad essere più adulta, ho trovato il mio primo lavoro in un call center, guadagnavo qualcosa che mi rendeva libera e autonoma. Ma gli impegni lavorativi mi hanno fatto, piano piano, raffreddare nel mio rapporto con Dio, nel senso che lavorando anche di sabato e domenica senza i giusti riposi settimanali da dedicare a me stessa, non riuscivo più a essere presente in chiesa come prima. In quel periodo lo scoraggiamento si è piantato nel mio cuore, come se fosse un piccolo seme, che quando cresce, poi diventa una pianta che risucchia tutta la vitalità che una vita giovane come era la mia, deve avere.
Oggi riesco a capire bene cosa stava accadendo nella mia vita, pensavo, a quei tempi, che lavorare fosse la cosa più giusta, in realtà è così, perché dobbiamo lavorare, ma la verità è che io ho lasciato che quel piccolo seme riempisse il mio cuore e sono stata proprio io a lasciare che succedesse, perché come accade in un giardino, quando tu vedi che cresce l’erbaccia, tu vai e la strappi, prendi una pala, gli scavi intorno molto a fondo, perché altrimenti i semi restano sempre lì e continueranno a ricrescere anche dopo. Io in realtà, magari strappavo con le mani soltanto quell’erba che era in superficie, ma ho lasciato che quei semi, insomma lo scoraggiamento, la paura, l’insoddisfazione, iniziassero ad entrare nella mia vita sempre di più. Gli amici mi invitavano a stare con loro, ma io dicevo sempre che dovevo lavorare e poi dovevo anche studiare per laurearmi in psicologia.
Meritavo di godermi un po’ di riposo, di vivere spensieratamente la mia età, ma non me ne rendevo conto.
La mia giornata iniziava alle 04:30 del mattino, andavo al lavoro in un’altra città e tornavo verso le 23:00 e nell’arco della giornata c’era anche l’impegno dell’università e il tirocinio. Insomma, non avevo mai tempo ed ero talmente stanca che ho lasciato Dio completamente nella panchina della mia vita, non mi vergogno di dirlo, però è stato proprio così, ho iniziato a fare le cose di testa mia, più passava il tempo e più diventavo sorda alla voce di Dio. Cominciai a ricercare la verità nella religione, la ricercavo a destra e a sinistra, mentre io la verità la avevo già dentro me, però era soffocata dai tanti strati di cose che io stesso avevo messo sopra e questo mi creò una grande confusione in testa, tanto che, ad un certo punto, arrivai alla mia personale conclusione dicendo basta al mio credere in Dio. Tanto sapevo che lui mi amava e questo mi bastava, non volevo altro, non mi interessava nessun’altro legame con Lui.
Per parecchio tempo questa è stata la mia condizione, figlia di missionari, cresciuta con la Parola di Dio, ma sola con me stessa e senza uno scopo vero di esistere.
La mia vita ad un certo punto si divise in due fasi, conobbi mio marito. Si formò una netta divisione fra la mia vita prima del matrimonio in Brasile e la mia vita dopo il matrimonio in Italia. Ho conosciuto Marco e per un anno ci siamo parlati da lontano, lui in Italia ed io laggiù in Brasile e quando avevamo qualche giorno di ferie, lui veniva a trovarmi o viceversa. Dopo un anno, il nostro rapporto cominciò, visto la distanza, a diventare stretto, bisognava prendere una decisione sul nostro futuro, oppure finirla lì.
Decidemmo di andare avanti, anche se c’erano tante cose contro.
I miei genitori, ovviamente preoccupati, mi dicevano che la cosa sarebbe potuta non andare bene, era troppo presto, in fondo non conoscevo Marco per bene, c’eravamo visti troppe poche volte. Poi andare a vivere in un paese sconosciuto, per giunta Marco non era neanche un credente e quindi avrebbe potuto non accettare determinate scelte e io che non parlavo neanche l’italiano, insomma sarei rimasta sola dall’altra parte del mondo, ma io testarda dissi sì, voglio partire e mi infilai in questa avventura pazzesca, pur sapendo, dentro di me, che non sarebbero state soltanto rose e fiori.
In realtà, la cosa andò molto peggio di quello che avessi immaginato.
Avevo fatto tanti progetti, trovare un lavoro in Italia, costruire una famiglia insieme a mio marito e tutte le cose lecite e giuste che una donna immagina dopo il suo matrimonio. Però il tempo passava e la cosa non andava come avevo pianificato io. Marco aveva veramente un carattere difficile, anche se con un cuore immenso, una persona veramente con un cuore d’oro, ma purtroppo beveva e poi era sempre nervoso, per diversi motivi legati al lavoro, alla famiglia. Arrivai ad un punto che mi sentivo talmente sola in un paese straniero, che piansi disperatamente, avevo sbagliato tutto, ma ero andata troppo lontano per mollare le cose e tornare indietro. Io ero scappata da tutto questo ed ero anche scappata via da Dio. Ho sempre pensato nel mio cuore che la famiglia e il matrimonio sono sacri e che vanno onorati, perché è così che vuole il Signore.
Ma quanto era difficile.
Poi finalmente mi arresi, ma non alla vita, ma a Gesù. Aprii il mio cuore, piansi ai piedi di Gesù e gli raccontai tutto quello che avevo fatto, gli raccontai tutto quello che c’era nel mio cuore. Fu meraviglioso, riuscii di nuovo a sentire la sua voce, fu bellissimo. Non fu una voce austera e di repressione, fu una voce di amore, in quel giorno capii che se volevo veramente cambiare la mia vita, la nostra vita, dovevo tornare dal Signore e così mi misi alla ricerca di una chiesa, dove potessi ritrovare il mio rapporto con il Signore.
Cercai in internet e trovai la comunità dove mi trovo oggi, fui accolta con tanto amore. Marco mi accompagnava ogni volta, anche se non gli interessava la cosa, però un giorno il Signore iniziò a parlare anche al suo cuore, smise di bere, di fumare e iniziò veramente a cambiare il suo atteggiamento, iniziò ad essere una nuova persona.
Nonostante che il Signore mi avesse detto, fin dall’inizio, di non andare per quella strada, perché era pericolosa, io l’avevo seguita comunque, passando però per un deserto desolato. Ma proprio da quel deserto arido in cui mi ritrovavo, per le mie scelte, il Signore continuò a parlarmi e condurmi fuori da quelle situazioni.
Non mi resi conto dei miei errori finché non mi ritrovai da sola a toccare il fondo ed incapace di andare avanti.
Il Signore mi stese la mano, mi afferrò letteralmente e mi tirò fuori. Egli riuscì a trasformare un male in un bene, perché proprio da un mio errore, Egli arrivò anche al cuore di Marco. Dal nostro matrimonio è nato il piccolo Tommaso, un’altra grande benedizione che il Signore mi ha dato. Egli ha fatto tantissimi miracoli, ha operato in una forma talmente grandiosa nella nostra vita che non riesco ad esprimere con le parole e Lo ringrazio ogni giorno per tutto quello che fa, ma principalmente per il suo amore verso di me, verso di noi, per averci salvato e per starci sempre vicino in ogni istante della nostra vita.
Anche se io sono scappata lontana da Lui, dall’altra parte del mondo, Egli mi ha letteralmente ritrovata e mi ha benedetta.
Sono nata a San Paolo, Brasile.
Cresciuta grazie a Dio in mezzo ad una famiglia cristiana credente.
In tenera età ho accettato Gesù come mio Signore e Salvatore.
Nel 2011, ho preso il Baccellierato in Psicologia, all’Università Ibirapuera di San Paolo, Brasile, dove ho avuto l’opportunità di attuare in diversi segmenti della mia formazione, come:
. Clinica Psicologica della propria Università Ubirapuera
. Ospedale Psichiatrico CAISM
. Reparto de Humam Resources della più grande agenzia di Pubblicità e Propaganda di San Paolo – Young & Rubican
. Aiutare come Head Hunting nello Istituto Solidario del Lavoratore.
Tutto questo e tanti altre cose, che ho potuto realizzare soltanto grazie alla provvidenza divina, perché io da sola, non sarei stata in grado di farlo.